E' il terzo animale domestico più presente nelle case degli italiani, alle spalle ovviamente di cani e gatti. E purtroppo è anche il terzo più abbandonato. Il coniglio, nelle sue diverse varianti, anche in Italia si è conquistato un posto d'onore tra i pet d'affezione - si stima che siano almeno un milione gli esemplari che vivono in abitazioni -, ma di lui si conosce ancora troppo poco. Spesso lo si acquista con leggerezza, offrendolo ai figli come alternativa al cagnolino, immaginando che la sua presenza possa essere meno impegnativa e quindi alla portata di chiunque.
Ma l'esperienza insegna che se non c'è la giusta consapevolezza alla base della scelta, qualunque animale a cui siano state aperte le porte di casa rischia di diventare un problema
Questo animale è purtroppo oggetto di commerci non sempre legali o utilizzato come premio di vincita - si legge invece nel sito dell'Enpa di Monza, uno dei gruppi più attivi dell'hinterland milanese, nel cui canile trovano spesso ospitalità esemplari di conigli di varie razze -.
E’ erroneamente considerato “animale da affezione”, poiché non è protetto dalle poche leggi esistenti e non trova nelle nostre case un ambiente ottimale di vita, conforme alle sue esigenze e alla sua natura».
Ma come si gestisce un coniglio in casa? «Il coniglio domestico può anche vivere libero, tenendo la gabbia solo per la tana - fanno notare i volontari della protezione animali -. Naturalmente, se si opta per questa scelta, bisogna avere una casa
“a prova di coniglio”: fili coperti, niente tappeti, i materiali tossici e le piante velenose non raggiungibili e gli accessi ai terrazzi controllati, specialmente se con ringhiera, perché i conigli sono attratti dal vuoto.»