UN SERVIZIO SANITARIO PER GLI ANIMALI, Proposta bipartisan in Senato per rendere possibili convenzioni con i medici veterinari

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view post Posted on 6/11/2008, 10:54
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di Mariapaola Salmi

La crisi economica pesa anche sugli animali da compagnia. Sono molti i proprietari che rinunciano a vaccinare il cane e il gatto, oppure non acquistano cibo di qualitΰ. E' in discussione una svolta: farmaci gratuiti, ticket per profilassi vaccinale, sterilizzazione e pronto soccorso, spese detraibili. La medicina veterinaria, pressochι privata nel nostro Paese, θ sulla strada della convenzione.

Nei giorni scorsi θ stato presentato al Senato un disegno di legge condiviso da entrambi gli schieramenti politici a firma di Silvana Amati (Pd) e Laura Bianconi (Pdl) per istituire un Servizio sanitario veterinario convenzionato. Due gli obiettivi della proposta. "Da una parte aiutare le famiglie meno abbienti e gli anziani affinchι possano accudire e curare i propri amici a quattro zampe, spesso unico affetto e conforto, - spiega Amati - dall'altro combattere l'abbandono e il randagismo".

Il ddl contiene sette articoli e prevede una copertura finanziaria di 10 milioni di euro per il 2009. L'attuale disegno di legge riprende la proposta sul rapporto di convenzione tra le oltre 7 mila strutture private e le Regioni, i cosiddetti Livelli essenziali di assistenza veterinaria (LeaVet), presentata oltre due anni fa dall'Anmvi, l'Associazione nazionale dei medici veterinari.

"Il ddl Amati-Bianconi estende alcuni compiti ai Servizi veterinari pubblici i quali sono in grado di controllare e vigilare sulla filiera allevamenti-produzione alimentare ma non hanno strutture, competenze ed esperienza clinica sui piccoli animali", afferma Carlo Scotti, presidente senior di Anmvi. "Le Asl dovrebbero avvalersi di professionisti convenzionati. Quindi sarebbe auspicabile arrivare a una proposta mista condivisa che assicuri aiuti finanziari alle categorie deboli con sterilizzazioni a tappeto, farmaci rimborsabili e un ticket per le vaccinazioni".

La convenzione potrebbe essere una spinta alla riduzione dei costi per le cure veterinarie, mediamente piω elevate da noi del 20-30% rispetto ad altri Paesi. "Si potrebbe cominciare col permettere ai veterinari la vendita dei farmaci prescritti per la terapia di mantenimento, come accade altrove, e dei prodotti dietetici specialistici", commenta Scotti, "portare in detrazione Iva (20%) e medicine sarebbe giΰ un grosso aiuto".
Attualmente su una spesa di 500 euro l'anno per il cane o il gatto di famiglia θ possibile detrarre solo il 20-25%.
 
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