Posts written by Roberta.Gattolandia

view post Posted: 10/11/2010, 14:38 TESSERINI DEL FORUM - RICHIEDILO COME VUOI TU! - Banner
ECCO I VOSTRI BANNER CHE AVEVATE PRECEDENTEMENTE RICHIESTO E CHE SI SONO PERSI:

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view post Posted: 5/11/2010, 14:39 NUOVA LEGGE A TUTELA DEGLI ANIMALI - •♥ LEGISLAZIONE ANIMALE ♥•
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Il 27 ottobre la Camera dei Deputati ha definitivamente approvato la legge che recepisce la Convenzione europea sulla protezione degli animali e modifica il Codice Penale laddove punisce chi uccide o maltratta animali: “Legge di ratifica ed esecuzione della Convezione europea per la protezione degli animali da compagnia, fatta a Strasburgo il 13 novembre 1987, nonché norme di adeguamento dell’ordinamento interno”.

Nel momento in cui sarà esecutiva la Convenzione europea, questa prevederà il divieto di sottoporre un animale al taglio o all’amputazione della coda o delle orecchie, alla recisione delle corde vocali, all’asportazione delle unghie o dei denti ovvero ad altri interventi chirurgici destinati a modificarne l’aspetto o finalizzati a scopi non terapeutici. La punibilità è esclusa quando l’intervento chirurgico è eseguito da un medico veterinario per scopi terapeutici o per impedire la riproduzione dell’animale. La punibilità è altresì esclusa quando l’intervento è considerato dallo stesso medico veterinario utile al benessere di un singolo animale. Una violazione del presente articolo potrà essere considerata maltrattamento ai sensi dell'articolo 544-ter del codice penale.

Nella legge approvata dal Parlamento italiano è da segnalare l’aumento della sanzione minima e massima per l’uccisione di animali: all’articolo 544 bis del Codice Penale la previsione della reclusione passa “da tre mesi a diciotto mesi” a “da quattro mesi a due anni”.
Vi è poi l’aumento delle sanzioni per maltrattamento di animali: all’articolo 544 ter del Codice Penale la previsione della pena passa “da tre mesi a un anno di reclusione o con la multa da 3.000 a 15.000 euro” a “da tre a diciotto mesi di reclusione o con la multa da 5.000 a 30.000 euro”.

Viene introdotto il nuovo reato di “traffico illecito di animali da compagnia” intesi come cani e gatti. Il legislatore ha previsto che la condotta sanzionata, se è un’attività organizzata o condotta reiterata finalizzata a perseguire un profitto, sia da considerarsi un delitto. Si punisce con la reclusione da tre mesi a un anno e della multa da 3.000 a 15.000 euro, chiunque, al fine di procurare a sé o a altri un profitto, reiteratamente o tramite attività organizzate: introduce nel territorio nazionale cani o gatti privi di sistemi di identificazione individuale (microchip o tatuaggio) e delle necessarie certificazioni sanitarie e non muniti, ove richiesto, di passaporto individuale e trasporti, ceda o riceva cani o gatti privi di sistemi di identificazione individuale e delle necessarie certificazioni sanitarie e non muniti, ove richiesto, di passaporto individuale.

La pena della reclusione da tre mesi a un anno e della multa da 3.000 a 15.000 euro è aumentata se cani o gatti introdotti illecitamente sono cuccioli di età accertata inferiore alle 12 settimane o provengono da zone (Paesi dell’Est) sottoposte a misure restrittive di polizia veterinaria adottate dalle competenti autorità dei Paesi di provenienza per evitare la diffusione delle malattie proprie della specie come ad esempio la rabbia.

È poi previsto il reato di “introduzione illecita di animali da compagnia”, sempre intesi come cani e gatti. La differenza rispetto al reato di cui sopra consiste in una violazione posta in essere da soggetti che non hanno approntato un’attività organizzata o reiterata. Si punisce con una sanzione pecuniaria amministrativa l’introduzione, trasporto e cessione di animali da compagnia nel territorio nazionale in violazione della normativa vigente ovvero contravvenendo all’obbligo di introdurre cani e gatti provvisti di sistema di identificazione individuale (microchip o tatuaggio), documentazione sanitaria e muniti, ove richiesto, di passaporto europeo per animali da compagnia. Si applica una sanzione più elevata se i cani o gatti introdotti illecitamente sono cuccioli di età accertata inferiore alle 12 settimane.

Ricordiamo anche che il Regolamento CE 1/2005 prevede che gli animali che presentino lesioni o problemi fisiologici ovvero patologie non vanno considerati idonei al trasporto, in particolare se si tratta di cani e gatti di meno di otto settimane di età, tranne quando sono accompagnati dalla madre. Una violazione di tale previsione potrà configurare il reato di maltrattamento ex art. 544-ter del Codice Penale.
Ora si attende la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale: il giorno seguente il nuovo testo sarà in vigore.

L’OIPA accoglie positivamente l’introduzione di questa nuova normativa; da un lato si combatte con misure chiare e restrittive la tratta illegale dei cuccioli che coinvolge circa 250.000 cuccioli all’anno e che sono introdotti illegalmente in Italia, falsificando documenti, in condizioni sanitarie, stabulative ed igieniche precarie e con un giro d’affari stimato in circa 300.000.000 di euro all’anno e dall’altro si inaspriscono le pene per chi uccide o maltratta animali. Ovviamente ci auguriamo che le forze dell’ordine e la magistratura diano effettiva applicazione a queste misure. Le Guardie Zoofile dell’OIPA sapranno sicuramente fare il loro dovere, così anche come previsto dalla suddetta legge, facendo riferimento alla Legge 689/1981.

Massimo Pradella
Coordinatore Nazionale Guardie Zoofile OIPA

view post Posted: 5/11/2010, 14:36 Epistassi, sangue dal naso nel gatto - •♥ SEZIONE MEDICA ♥•

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L’epistassi è il sanguinamento dal naso. E’ di solito provocata da vasi danneggiati nella mucosa nasale, ma può anche essere dovuta ad una maggiore fragilità dei capillari o ad una non meglio specificata tendenza al sanguinamento. Ogni razza di gatto può sviluppare epistassi e non vi è una predilizione di genere.

Il sanguinamento può essere acuto (improvviso) o cronico (ripetuto nel tempo). Le conseguenze dipendono dalla causa di fondo del sanguinamento nasale. E’ importante determinare se il sanguinamento è unilaterale (da una sola narice) o bilaterale (da entrambe le narici) poiché alcune cause di epistassi sono associate con il sanguinamento unilaterale, mentre altre sono associate ad emorragie bilaterali.

L’epistassi nel gatto può essere causata da:


* Trauma
* corpi estranei nel naso;
* malattie dentali, come l’ascesso alla radice del dente;
* tumori nasali;
* infezioni (batteri, funghi, parassiti);
* alcune malattie del sangue, come alterazioni della coagulazione, sangue troppo viscoso, malattie da zecche che possono causare una bassa conta piastrinica.

Sintomi

* Starnuti, accompagnati da uno spruzzo di sangue;
* gonfiore nasale;
* grave malattia dentale;
* denti fratturati;
* feci nere, catramose (causate da ingestione di sangue);
* un cattivo odore dalla bocca o dal naso;
* respiro rumoroso;
* perdita di appetito.

Diagnosi

* Il veterinario chiederà la storia clinica completa ed eseguirà un accurato esame fisico, che può portare ad una diagnosi tempestiva con un minimo di test diagnostici, soprattutto se la causa alla base del sanguinamento è un trauma. Un esame attento orale e nasale sotto anestesia può essere necessario per controllare completamente la bocca, la parte posteriore della gola, e la parte anteriore della cavità nasale (solo all’interno delle narici).

* Un esame emocromocitometrico completo (CBC o emocromo) per identificare anemia, infiammazione o infezione, o un basso numero di piastrine che possono contribuire all’epistassi.

* Test biochimico per valutare la salute dell’animale domestico e la funzionalità degli organi vitali.

* Un esame delle urine per valutare la funzionalità renale, verificare la presenza di infezione, e per identificare proteinuria che può essere associata ad alcune cause di epistassi.

* Test di coagulazione del sangue tra cui una conta piastrinica, fattore di von Willebrand (per verificare la malattia di von Willebrand, un’anomalia ereditaria relativamente comune della coagulazione), ed altri test di coagulazione del sangue (per esempio tempo di protrombina, tempo di tromboplastina parziale, tempo di coagulazione attivata)



Edited by *Mallory* - 16/1/2017, 11:44
view post Posted: 5/11/2010, 14:33 Come aiutare cani e gatti durante la convalescenza - •♥ SEZIONE MEDICA ♥•
La convalescenza post intervento chirurgico è un periodo molto importante e delicato: occorre verificare che il cane mangi, infatti il suo organismo sta bruciando calorie extra per guarire dalla malattia. Un apporto calorico insufficiente infatti obbliga l’organismo ad utilizzare le proprie riserve, provocando indebolimento muscolare e perdita eccessiva di peso.

Poiché cani e gatti durante la convalescenza tendono a perdere l’appetito,
è importante offrire loro una dieta piuttosto calorica, per garantire loro il numero massimo di calorie, di grassi e proteine. Le proteine, si sa, sono nutrimenti assolutamente essenziali per convalescenza e favorire la guarigione: sostengono il sistema immunitario (in caso di ferite ed interventi) e riducono la perdita di tono muscolare.

Gli acidi grassi invece, in particolar modo gli Omega3, riducono le infiammazione, e gli Omega 6 aiutano la riparazione dei tessuti. Altre sostanza nutrienti indispensabili in questo periodo sono le vitamine, in particolare la E, che è un antiossidante naturale, e la vitamina A e lo Zinco, entrambe fondamentali per il sostentamento del sistema immunitario.
view post Posted: 5/11/2010, 14:31 Cardiomiopatia dilatativa del cane - •♥ SEZIONE MEDICA ♥•

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La cardiomiopatia dilatativa del cane ( CMD) è una sindrome caratterizzata da una progressiva dilatazione di uno e entrambi i ventricoli con grave compromissione della funzione sistolica.

INCIDENZA

La CMD risulta essere la miocardiopatia di più frequente riscontro nel cane e la sua incidenza è in aumento. Interessa soprattutto cani di razza pura, grandi e giganti, con una netta prevalenza nel Dobermann, Boxer, Labrador retriver, Golden retriver, Cocker spaniel. Inoltre risulta più frequente nei soggetti di sesso maschile e di età compresa tra i 7 ed i 10 anni.

EZIOLOGIA

Sebbene le ricerche volte a definire l’eziologia di questa malattia siano numerose, esse non hanno ancora permesso di evidenziare con sicurezza un preciso meccanismo di origine di questa forma di miocardiopatia. Sembra piuttosto che all’origine del danno miocardio sia su base genetica come avviene in medicina umana. E’ stata dimostrata una base genetica solo nel Boxer e nel Doberman ed in entrambi i casi il tratto genetico della patologia è di tipo autosomico dominante.

FISIOPATOLOGIA

La principale caratteristica della miocardiopatia dilatativa è la funzione sistolica di pompa ( contrattile ) gravemente depressa. Questo determina un aumento del volume residuo con conseguente aumento del volume tele diastolico, e aumento della pressione tele diastolica ventricolare.

La diminuzione della gittata cardiaca sistolica attiva inoltre il sistema renina angiotensina aldosterone con aumento del post e del precarico.

Questi meccanismi determinano la comparsa dei segni clinici dell’insufficienza cardiaca anterograda e retrograda. La dilatazione delle camere ventricolari produce un aumento della tensione parietale cui il ventricolo risponde in un primo momento con una ipertrofia. La dilatazione ventricolare inoltre determina distorsione degli anulus valvolari mitralico e tricuspidali e conseguente insufficienza valvolare che aggrava ulteriormente lo scompenso emodinamico.

SEGNI CLINICI ED ESAME FISICO

All’anamnesi il proprietario riferisce la comparsa di anoressia, dimagramento, rigonfiamento addominale, debolezza ed episodi di sincope. Alla visita clinica è spesso possibile osservare soggetti in stato di nutrizione scadente o cachettico, con stato del sensorio depresso. Sono presenti i segni dell’insufficienza cardiaca anterograda quali ipotermia, estremità fredde, polso femorale ipocinetico, mucose pallida e tempo di riempimento capillare aumentato, dispnea e atteggiamenti di fame d’aria.
I segni cardiaci dell’insufficienza cardiaca retrograda sono invece rappresentati da ascite, presenza di polso giugulare, e reflusso epatogiugulare.

Durante la visita clinica è possibile rilevare la presenza di un soffio sistolico (1-3/6) legato all’insufficienza mitrale e/o tricuspidale secondaria, ed un terzo tono (S3 galoppo), dovuto alla dilatazione ventricolare ed all’alta pressione atriale, può essere identificato a livello apicale sinistro. Infine attraverso l’auscultazione possono essere identificate delle aritmie ( fibrillazione atriale o tachiaritmie ventricolari).

DIAGNOSI

La diagnosi della CMD deve tenere in considerazione il segnalamento ( taglia, età, razza del soggetto ) e la presenza di eventuali segni clinici della patologia. Alcuni esami collaterali quali l’esame elettrocardiografico, radiografico e soprattutto ecocardiografico hanno un ruolo determinante nel raggiungimento di una diagnosi di certezza.

ECG- Attraverso l’elettrocardiografia è possibile identificare , in corso di DCM, la presenza di aritmie quali: tachicardia sinusale, fibrillazione atriale, aritmie ventricolari, ed occasionalmente blocchi di branca sinistri.

Radiologia toracica- L’immagine radiologica dimostra un moderato ingrandimento delle camere cardiache. Inoltre tale esame risulta fondamentale per valutare la presenza di un edema polmonare secondario ad insufficienza cardiaca sinistra o di un versamento pleurico secondario ad insufficienza cardiaca destra.

Ecocardiografia- l’esame ecografica consente la conferma definitiva della diagnosi di cardiomiopatia dilatativa. Il quadro è quella di una grave dilatazione ventricolare con frazione di accorciamento diminuita in modo significativo. Lo spessore del setto interventricolare e della parete libera del ventricolo sinistro sono diminuiti.

Le morfologie valvolari sono normali, ma a causa della distorsione degli anulus valvolari atrio-ventricolari, è possibile evidenziare un quadro di insufficiente chiusura della volta mitralica e tricuspidale. La distanza del punto E-setto è significativamente aumentata, questo parametro deve essere considerato solo in assenza di aritmie. Anche l’atrio destro e sinistro presentano significative dilatazioni.

TERAPIA

Il protocollo terapeutico utilizzato in corso di CDM nel cane prevede l’utilizzo di diuretici, ACE inibitori e farmaci inotropi positivi ( triplo protocollo terapeutico ). La terapia è finalizzata per ridurre i segni clinici prodotti dall’insufficienza cardiaca congestizia, aumentare il tempo di sopravvivenza e la qualità di vita dei soggetti, ridurre il rischio di morte improvvisa.

DIURETICI:

Furosemide: utilizzare la dose minima efficace ( 0,5-2 mg/Kg BID o TID PO)

Diuretici tiazidici: potenziano l’azione diuretica della furosemide agendo a livello del tubulo contorto distale ( idroclortiazide 2,2-4,4 mg/Kg BID OS )

Spironolattone: è un antagonista dell’aldosterone appartenete alla categoria dei diuretici risparmiatori di potassio; la sua attività diuretica è blanda. L’ interesse maggiore nell’utilizzo dello spironolattone è a livello neuro-ormonale.

ACE-INIBITORI:

Gli ace inibitori agiscono inibendo la trasformazione la trasformazione di Angiotensina I in Angiotensina II che ne rappresenta la forma attiva, inducendo conseguentemente una riduzione del riassorbimento di sodio e acqua a livello renale ed una blanda dilatazione di arterie: l’effetto ricercato è rappresentato da una riduzione del post-carico, delle resistenze vascolari e quindi una migliore efficienza contrattile del ventricolo sinistro.

Enalapril ( 0,25-0,5 mg/Kg BID PO ) e Benazepril, il loro utilizzo viene raccomandato prima dell’instaurarsi dell’insufficienza cardiaca congestizia.

INOTROPI POSITIVI:

Glicosidi digitali: riducono l’attività simpatica e aumentano quella parasimpatica

Pimobendan: aumento della contrattilità del miocardica. I soggetti che assumo, insieme alla terapia convenzionale pimobendan hanno un miglioramento della classe di insufficienza cardiaca ed un aumento della sopravvivenza.



Edited by *Mallory* - 13/10/2016, 10:20
view post Posted: 3/11/2010, 00:30 Cremazione degli animali domestici - •♥ LEGISLAZIONE ANIMALE ♥•
Quando purtroppo un animale domestico viene a mancare, occorre trovare una soluzione per trovargli un posto adeguato dove riposare per sempre. Le soluzioni maggiormente adottate solitamente sono l’acquisto di uno spazio presso un cimitero per animali o la sepoltura nel proprio giardino seguendo precise regole. E’ assolutamente vietata la dispersione del cadavere in cassonetti, acque, canali, falde acquifere o in tutti i luoghi che possano provocare inquinamento e diffondersi delle malattie.

Dopo il decesso l’animale domestico è considerato dalle più recenti disposizioni nazionali e comunitarie come materiale di CAT.1 destinato solo alla eliminazione presso impianti di incenerimento o altri impianti sempre di CAT.1 riconosciuti ai sensi del Regolamento C.E. 1774/02. La cremazione sarebbe in realtà la soluzione maggiormente consigliata dalle normative in materia: tuttavia si tratta di una pratica poco conosciuta e costosa che cercheremo di conoscere meglio.

Gli animale da affezione devono essere cremati in appositi impianti certificati, che permettano la cremazione di singoli animali d’affezione recuperando integralmente le loro ceneri, senza precludere la possibilità di far comunque fronte alle problematiche imposte dal controllo a scopo profilattico. La procedura di cremazione segue le seguenti fasi:

* l’animale viene posto nel combustore;
* avviamento del combustore per il raggiungimento della temperatura d’esercizio (circa 1000°C)
* fase di cremazione che in base al peso dell’animale varia da 1,5 ore a 3 ore;
* fase di raffreddamento (circa 6 ore);
* recupero delle ceneri e la collocazione in un’urnetta in legno.
* I tempi tecnici per una corretta cremazione singola sono in media 8/9 ore


Il proprietario dell’animale può assistere al momento della cremazione, previa autorizzazione del personale procedente, e può portare a casa la scatolina con le ceneri del proprio pet: la dispersione delle ceneri è vietata e non può essere richiesta. La cremazione può essere singola o con più animali: nel primo caso il costo varia dai 100 ai 300 euro. Ricordate di verificare sempre, prima di procedere alla dispersione del vostro amico a quattro zampe defunto, le normative in materia del vostro comune di residenza, per non incorrere in sanzioni ammistrative.
view post Posted: 3/11/2010, 00:28 Cosa fare se il gatto vomita - •♥ SEZIONE MEDICA ♥•

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Il vomito è uno dei sintomi

più comuni nei gatti. Può essere un problema minore, da niente, tale da non doversene nemmeno preoccupare più di tanto, oppure può nascondere qualcosa di più grave entità. Per noi proprietari di animali domestici non sempre è facile distinguere la gravità e la causa del sintomo.

Per chiarire alcuni punti e rispondere alle domande più comuni, iniziamo con il dire che il vomito

, ovvero l’atto di espulsione del contenuto dello stomaco attraverso la bocca, può essere causato, nei nostri amici gatti, da diversi problemi:

* mangiare troppo in fretta
* mangiare troppo
* mangiare qualcosa che non è digeribile
* cambiare tipo di cibo
* mangiare cibo avariato o spazzatura


Il vomito può indicare anche un problema sistemico, come il cancro, l’insufficienza renale, il diabete

ed altre malattie infettive.

Il trattamento specifico è subordinato alla causa del vomito. Mentre l’approccio generale per il trattamento di un gatto che ha vomitato include:

* Se il vostro gatto vomita una volta e poi mangia normalmente, senza ulteriore vomito, riprende il comportamento normale dell’intestino ed è giocoso come al solito, allora il problema si può risolvere da solo.

* Se è possibile trovare tutte le cause predisponenti come l’esposizione a rifiuti, un cambiamento nella dieta o l’ingestione di alcune piante, dobbiamo eliminare la fonte del problema.

Se il gatto vomita più volte e non lo si può portare dal veterinario (che è comunque l’opzione consigliata), si può:

* Somministrare i farmaci prescritti, telefonando al veterinario per conferma.

* Sospendere cibo e acqua per due ore. Spesso il rivestimento dello stomaco può essere molto irritato. Alcuni gatti vogliono mangiare anche se il loro stomaco è irritato, e continueranno a vomitare. Meglio invece dare il tempo allo stomaco di riposare per qualche ora.

* Dopo aver atteso per due ore, se il vostro gatto non ha vomitato, dategli piccole quantità di acqua (un paio di cucchiai alla volta), ogni 20 minuti circa fino a quando l’animale non sarà ben idratato Alcuni gatti non vorranno bere. Meglio offrirgli acqua fresca, magari in una ciotola diversa o aggiungervi cubetti di ghiaccio per spingerlo a bere.

* Se il gatto non vomita dopo aver bevuto, allora si può gradualmente riprendere ad alimentarlo optando per una dieta leggera e non riempiendogli la ciotola, bensì dandogli cibo poco per volta, in piccole dosi, per evitare che vomiti di nuovo.

* Molti veterinari consigliano Pepcid AC ® (il cui nome generico è famotidina) per diminuire l’acidità di stomaco.

* Alimentate il gatto con una dieta leggera per due giorni e tornate gradualmente al suo cibo normale integrandolo con un cibo meno pesante e passando a riaumentare la dose del suo solito cibo giorno dopo giorno.

Se il vomito continua e/o si nota l’insorgenza di altri sintomi, chiamate immediatamente il veterinario. Se il vostro gatto non mangia, nel vomito individuate tracce di sangue, perde peso, è letargico, continua a vomitare o ha qualche altra anomalia fisica, è importante consultare il veterinario che scoprirà la causa sottostante e prescriverà un trattamento specifico.



Edited by *Mallory* - 13/10/2016, 10:19
view post Posted: 3/11/2010, 00:19 Animali e fisco: detrazioni delle spese veterinarie - •♥ LEGISLAZIONE ANIMALE ♥•
La normativa fiscale prevede una vasta serie di agevolazioni importanti per chi detiene animali da compagnia, soprattutto si tratta di misure indirizzate a facilitare la cura del proprio animale tramite detrazioni sulle spese veterinarie. Un aiuto davvero importante per chi vuole garantire al proprio amico a quattro zampe un trattamento impeccabile.

Le spese veterinarie alle quali sottoponiamo il nostro amico a quattro zampe quando ve ne è necessità, sono detraibili dalla dichiarazione dei redditi, con detrazione delle spese di imposta pari al 19% della spesa totale sostenuta. In particolare è possibile detrarre le spese per prestazioni veterinarie sostenute per le cure di animali detenuti a scopo di compagnia e per pratica sportiva, limitatamente all’eccedenza di euro 258,23 e fino ad un massimo di euro 387,34.

Sono anche detraibili interamente le spese per l’acquisto di un cane guida per non vedenti, anche in caso di perdita dell’animale: a loro spetta anche una detrazione forfettaria annuale di € 516,46. A chi spettano tali detrazioni? Ai proprietari di animali da compagnia o per pratica sportiva, la detrazione d’imposta non compete nel caso di spese veterinarie sostenute per la cura di animali:

* da allevamento, riproduzione o destinati al consumo alimentare;
* allevati o detenuti nell’esercizio di attività commerciali o agricole;
* detenuti per scopi illeciti.


Gli oneri per spese veterinarie vanno riportati nel Quadro RP – Sezione I del Modello Unico, ai righi RP15, RP16, RP17, indicando il codice di riferimento “25” in colonna 1 ed il relativo importo in colonna 2, oppure nel Quadro E – Sezione I del Modello 730/2007, in uno dei righi E15, E16, E17, indicando il codice di riferimento “25” in colonna 1 ed relativo importo in colonna 2.

Ricordatevi di tenere da parte tutte le ricevute fiscali rilasciate dal medico veterinario ai fini della deducibilità soprattutto gli scontrini della farmacia attestanti l’acquisto dei medicinali: saranno valevoli solamente gli scontrini contenenti il codice fiscale, inserito nella tessera sanitaria del proprietario dell’animale, che deve sempre essere presentata.
view post Posted: 3/11/2010, 00:15 Cani in ascensore, in aumento liti di condominio - •♥ LEGISLAZIONE ANIMALE ♥•
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L‘utilizzo dell’ascensore da parte dei cani (accompagnati dai loro rispettivi padroni, ovviamente) è uno dei pretesti più comuni tra i contenziosi in condominio dovuti agli animali domestici. Pensate che in Italia i dati parlano di almeno 20.000 condomini in cui l’assemblea ha proposto di apportare delle modifiche al regolamento interno, volte per l’appunto a proibire ai quattrozampe di prendere l’ascensore.

E sappiamo che circa 100.000 regolamenti condominiali contrattuali già lo proibiscono. Come è facile dedurre da queste cifre, i condomini si confermano luoghi decisamente poco dog-friendly.
Lorenzo Croce, presidente AIDAA, l’Associazione Italiana per la Difesa di Animali e Ambiente, spiega all’ASCA che solo nei primi nove mesi di apertura dello sportello on-line [email protected], sono pervenute oltre 1.400 richieste di consulenza:

CITAZIONE
E’ una vera guerra non dichiarata tra i condomini. Molte le richieste di limitare se non di proibire l’uso dell’ascensore condominiale da parte dei proprietari con al seguito i propri cani, richieste che spesso sono speciose e legate come al solito alle solite beghe tra condomini che ben poco hanno a che vedere con i diritti dei cani.

Il cane a volte è solo un pretesto per litigare, e proibire l’utilizzo degli ascensori, pensiamo ai cani obesi, anziani o ancora ai cani al seguito di persone anziane, può essere davvero limitativo della libertà personale di possedere un animale d’affezione, diritto che dovrebbe essere garantito e tutelato dalla legge, al di là dei singoli regolamenti condominiali, spesso realizzati sulla base di tensioni personali e di una tolleranza zero nei confronti degli animali.

L’AIDAA, in questa battaglia, combatte in prima linea, come spiega lo stesso Croce:

CITAZIONE
Noi cerchiamo sempre di trovare un punto di incontro tenendo conto dei diritti di tutti e molto spesso si trovano soluzioni che permettono di portare il cane in ascensore, magari aumentando un pochino le spese per le pulizie condominiali per i padroni dei cani. La proibizione a tutti gli effetti a nostri avviso è illegale specialmente se il cane e il suo padrone abitano ai piani alti o se si tratta di cani di persone anziane.

Che ne pensate? Avete avuto problemi del genere nel vostro condominio?
view post Posted: 3/11/2010, 00:12 Frattura del femore nel gatto - •♥ SEZIONE MEDICA ♥•
La frattura del femore è una delle più comuni nel gatto. La casistica riscontrata in medicina veterinaria è molto alta e dovuta soprattutto a gravi traumi ed a malattie dello stesso osso della coscia.

Generalmente le fratture del femore causano zoppìa acuta e possono verificarsi in un osso immaturo, ovvero che non ha ancora finito di crescere, o in uno maturo. Si distinguono in aperte, ferite della pelle con osso che risulta esposto, o chiuse; semplici o multiple.

A seconda della natura della frattura e dell’età dell’animale, ci sono diverse modalità di intervento. Non intervenire accresce il rischio di complicazioni, anche gravi.

Sintomi

* Zoppìa

* Gamba posizionata anormalmente

* Dolore o incapacità di muoversi

Diagnosi

Il veterinario procederà con un approfondito esame fisico e, a seconda dei casi, potrebbe prescrivere:

* Radiografie del torace

* Un esame ortopedico completo

* Radiografie della gamba colpita

Trattamento

Il trattamento può variare a seconda della gravità del trauma. In generale, per la maggior parte delle fratture del femore si rivelano necessarie l’anestesia e la stabilizzazione chirurgica dei frammenti ossei, perché il femore non può essere adeguatamente immobilizzato in un gesso o tutore per permetterne la corretta guarigione. Altri provvedimenti potrebbero includere

* Cure di emergenza per i problemi secondari causati dal trauma

* Trattamento concomitante di lesioni dei tessuti molli

* Analgesici

Cure a casa e prevenzione

Portate il gatto dal veterinario il più presto possibile dopo ogni trauma subito dall’animale, per scongiurare subito ogni rischio di frattura. Cercate di evitare che cammini o si muova troppo. Non inserite alcun tutore o bendaggio sulla gamba a meno che non vi sia sanguinamento abbondante.

Dopo l’intervento chirurgico sulla frattura, il gatto dovrà essere tenuto a stretto riposo per diverse settimane e l’incisione cutanea dovrà essere monitorata fino all’avvenuta guarigione che sarà documentata da nuove radiografie. Sarà il veterinario a stabilire, dopo gli opportuni controlli, quando il gatto può tornare alle attività di sempre.

Gli eventi traumatici che provocano la frattura del femore sono spesso incidenti inevitabili. Tuttavia, si può effettuare una certa opera di prevenzione, evitando che il gatto attraversi la strada e stia in casa al sicuro, lontano dalle automobili.
view post Posted: 2/11/2010, 23:48 La gravidanza negli amici a quattro zampe - •♥ SEZIONE MEDICA ♥•
Come avviene per le persone, pure per gli animali un evento lieto come la gravidanza non deve essere considerato alla stregua di una malattia. Del resto la riproduzione fa parte della vita degli esseri viventi, quello che permette il perpetuarsi della specie e, affinchè non ci siano rischi di alcun genere, di solito basta che ci sia del cibo nutriente, un ambiente sano e pulito e la possibilità di muoversi. E’ chiaro, però, che un controllo medico è consigliabile, soprattutto se si ha l’impressione che ci sia qualcosa di strano, magari a partire dall’atteggiemento dell’amico a quattro zampe.

Studi recenti hanno dimostrato che anche il feto di un animale, è in grado di percepire tutto quello che accade intorno. Ci sono stati casi, fra le persone, di giovani che erano in grado di conoscere la partitura di un violoncello, senza averlo mai studiato prima e di aver scoperto che la madre, durante la gestazione, aveva avuto modo di imparare proprio quel brano. Più o meno, non è diverso per gli animali e la musica è positiva sia per i bambini che per i cuccioli, soprattutto quella rilassante.

L’ambiente, in questo senso, deve essere protetto, sano e il più tranquillo possibile perchè aiuterà la madre e anche il nascituro animale. E’ possibile intervenire pure con prodotti naturali con le essenze floreali del bush australiano, per regalare forza alla creatura gravida, ma è sempre meglio lasciarsi consigliare da chi se ne intende, per scegliere quelli giusti. Una ricerca condotta qualche anno fa, ha dimostrato che un amico a quattro zampe stimolato nell’apprendimento nel corso delle settimane di gravidanza, partorirà dei piccoli molto più svegli e grintosi, proprio come avviene fra gli esseri umani. Le anologie quindi, sono tante e anche partendo da questo, sarà più semplice favorire questo momento tanto importante e renderlo meno faticoso.
view post Posted: 2/11/2010, 23:45 Aidaa: è nato l’avvocato degli equini - •♥ LEGISLAZIONE ANIMALE ♥•
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La nuova iniziativa dell’Aidaa, l’Associazione italiana difesa animale e ambiente, si rivolge alla tutela degli equini, con la creazione del servizio on line dell’avvocato dei cavalli e degli asini. L’idea dello sportello, spiegano dall’Aidaa, è nato dall’indignazione per le numerose segnalazioni di maltrattamenti ai danni dei cavalli, dai rapporti del crescente fenomeno del randagismo equino e dalla volontà di manifestare per l’abolizione della macellazione dei cavalli e di promuoverli quali animali d’affezione, oltre a quella di eliminare il doping per gli equini da corsa.

L’avvocato dei cavalli sarà composto da un gruppo di legali specializzati nelle questioni che vedranno protagonisti gli equini, da quelle relative alla compravendita a quelle di gestione; gli avvocati cercheranno anche di trovare soluzioni alternative all’impiego degli asini nelle corse paesane.
view post Posted: 2/11/2010, 23:37 Il vomito acuto - •♥ SEZIONE MEDICA ♥•
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Apriamo qui un breve percorso attraverso i “sintomi” più frequenti con cui i proprietari si trovano ad aver a che fare e per i quali richiedono, di norma, l'intervento del veterinario. Il vomito è il risultato dello sforzo coordinato dell'apparato gastroenterico, del sistema muscolo-scheletrico e del sistema nervoso per espellere il cibo, fluidi o scorie dall'apparato image digerente. Differente, invece, è il rigurgito, processo passivo di espulsione del contenuto esofageo: distinguere i due eventi risulta molto difficile, perciò tale compito spetta normalmente al veterinario, che dovrebbe seguire un approccio razionale basato su una buona comprensione degli aspetti fisiopatologici associata a un processo decisionale logico.

Il sintomo vomito si basa su un meccanismo complesso suddivisibile in tre fasi: nausea, conati ed espulsione e comprende, pertanto, sintomi prodromici (variazioni comportamentali, salivazione e ripetuti tentativi di deglutizione) seguiti da contrazioni addominali attive.
Questo complicato processo presuppone una coordinazione funzionale tra gli organi coinvolti oltre ad un coordinamento centrale, quest'ultimo regolato a livello del midollo allungato da quello che viene opportunamente definito: centro del vomito.

I recettori periferici sono localizzati in varie sedi: la maggior parte nel duodeno, definito “l'organo della nausea”, ma anche nella parete gastrica, lungo tutto l'intestino, nel peritoneo, nel pancreas, nel cuore, nell'apparato uro-genitale e nella faringe. Dalla periferia gli stimoli afferenti viaggiano attraverso il vago e i nervi simpatici verso il centro del vomito; esistono anche recettori a livello dell'apparato vestibolare in grado di provocare il vomito (la cosiddetta chinetosi) oltre ad una zona chemorecettoriale scatenante (CRTZ), situata anch'essa nel midollo allungato, sensibile al contatto con sostanze veicolate dal sangue (è il caso del vomito indotto, ad esempio, da farmaci).

Oltre alla comprensione del meccanismo fisiopatologico, d'aiuto nel percorso diagnostico, è opportuno distinguere tra vomito acuto e vomito cronico: solitamente il primo è quello insorto da meno di 5-7 giorni e può, talvolta, essere il primo segno di una patologia cronica gastrointestinale (ad esempio l'IBD) o di una patologia grave coinvolgente altri apparati, quali ad esempio un'infezione uterina. Bisogna, infatti, tener presente che i fattori causanti vomito sono molteplici e non sono ascrivibili soltanto ad un organo o a un apparato; tra le cause , quindi, si deve differenziare tra quelle gastrointestinali e quelle extra-gastrointestinali.

Cause gastrointestinali:
-infiammatorie (malattia infiammatoria intestinale[IBD], -infettive [virali, bateriche,parassitarie], gastroenterite emorragica, aspecifiche, ulcera.
-farmaci e tossine
-meccaniche: corpo estaneo, dilatazione-torsione gastrica, volvolo intestinale, intussuscezione, neoplasie, stenosi pilorica, ulcera
-funzionali: disturbi primari della motilità, disturbi della motilità secondari a infiammazione gastrointestinale o peritonite

Cause extra-gastrointestinali:
-disturbi epatobiliari
-disturbi renali
-disturbi endocrini:
ipoadrenocorticismo, ipertiroidismo, chetoacidosi diabetica
-disturbi riproduttivi: piometra, prostatite, torsione testicolare, orchite
-altri: disturbi SNC, farmaci, tossine

Data questa estrema varietà di cause, il primo e fondamentale passo per una corretta diagnosi differenziale, e conseguente terapia, risiede in un'accurata e dettagliata anamnesi (frequenza, distanza dal pasto, materiale espulso, eventuali segni concomitanti ecc) e in una visita clinica completa. La diagnostica di laboratorio può sempre aggiungere informazioni utili per indirizzarci verso un apparato o un altro, così come la diagnostica per immagini (RX in bianco e con contrasto, e eco addome).

Non esiste “una terapia” per il vomito, essendo questo un sintomo e non una malattia. Si possono comunque annoverare un gran numero di farmaci cosiddetti “antiemetici” la cui scelta dev'essere ponderata nel rispetto del percorso diagnostico scelto.

La grande varietà dipende dal tipo e dal sito d'azione di farmaco in questione e tra i più utilizzati annoveriamo:

-antagonisti D2-dopaminergici
metoclopramide: agisce sul CRTZ e sulla muscolatura liscia gastrointestinale-0,2-0,4mg/kg sc, im, ogni 8h. Possibili effetti collaterali sono segni extra piramidali.
domperidone: agisce sulla muscolatura liscia gastrointestinale- 0,1-0,3mg/kg im, ev, ogni 12h. Effetti collaterali non documentati.
clorpromazina: agisce sul CRTZ- 0,2-0,4 mg/kg sc, im ogni 8h. Effetti collaterali tremori e brividi (la clorpromazina rientra anche nella categoria degli antagonisti alfa2-adrenergici, dei recettori H1-istaminergici e degli M1-colinergici)image
-antagonisti dei recettori NK1
maropitant: agisce sul CRTZ e sul centro del vomito- 2mg/kg PO ogni 24h/ 1mg/kg ogni 24h. Effetti collaterali non documentati
-antagonisti 5-HT3-serotoninergici
ondansetron: agisce sul CRTZ e su afferenti vagali- 0,5-1mg/kg PO ogni 12-24h. Effetti collaterali sedazione e giramenti di testa.

I suddetti farmaci, insieme ad altri non citati, mirano di per sé a “bloccare” il sintomo, bisogna però tener presente che il loro utilizzo è spesso concomitante a quello di altre sostanze, differenti a seconda della causa che ha portato al vomito.

Articolo a cura della Dr.ssa Martna Chiapasco
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